Probabilmente durante una sbronza colossale, quella del martedì ad esempio, lui e il solito gruppetto di dementi misero su per scherzo l'idea di giocare a rugby con i loro (allora) nuovi soldatini di Warhammer. Una cosa del tipo "ma se...?"
Ma se nel Vecchio Mondo avessero inventato un gioco dalla passione febbricitante come il calcio o il rugby, avrebbero lo stesso fatto la guerra? Ma anche no! Tutti sarebbero rimasti incollati alla sferovisione (il broadcast telepatico che trasmette in diretta le partite via sfera di cristallo, gestito dai collegi della stregoneria di Altdorf) per non perdersi un minuto di partita, un calcio, un passaggio e ovviamente tutti quei bei placcaggi!
Così nacque il mondo alternativo al mondo fantastico di Warhammer: il mondo del Blood Bowl.
All'inizio, il gioco era molto simile ad una bella scazzottata: si giocava con i profili di Warhammer (M, WS, BS...), senza le armi e con una palla messa in mezzo al campo; le squadre partivano di fondo e finivano per collidere da qualche parti tra il centro campo e una tre-quarti (a seconda del lato in cui giocavano i nani), iniziavano a menarsi e a cercare di passare la palla oltre il catenaccio avversario (dopo essersene impossessati, of course). La plancia di gioco (perchè non ve l'ho detto ma è un gioco su plancia) era una lastra di polistirolo spessa due dita, che voleva essere il miglior materiale per i campi da Blood Bowl: l'astrogranito. I pupazzetti (chiamarli soldatini è improprio) erano un po' tutti uguali, paludati in tenute imbottite che parevano fatte con la trapunta della nonna e con degli elmetti da football in testa.
Successivamente, con il successo del gioco, la faccenda prese ad evolversi.
Il campo divenne più agile e graficamente accattivante, le miniature a raffinarsi e diversificarsi, il gioco stesso a perfezionarsi prendendo dignità propria.
In edizioni successive, il regolamento ha sempre cercato di cambiare restando molto bilanciato, con poche accurate mosse. Il boom commerciale del gioco si è avuto con la terza edizione (1994), ma successivamente è stato relegato all'ambito della Fanatic Games, quei giochi cioè che GW non sostiene più commercialmente ma che continua a vendere in mail order e a sviluppare nei ritagli di tempo dei creativi (o meglio, dei soci di maggioranza che vengono tenuti lontani dal settore commerciale- ma non andiamo in polemica).
Attualmente siamo arrivati alla quinta edizione, living rulebook, scaricabile gratuitamente. Il materiale per giocare resta costoso come tutto ciò che è GW. La scatola del gioco ha attualmente un costo proibitivo, ma anche su E-bay non si trova gran chè a pochino.
Veniamo alle caratteristiche tecniche.
Dicevo che si gioca su una plancia, a caselle, per cui non ci sono problemi di sorta per quanto riguarda il movimento (non si letica almeno su quello). Le squadre sono composte da undici modelli in campo, più un massimo di cinque riserve, cheerleaders, medici, allenatori...
Scopo del gioco è portare la palla oltre la linea di meta nella metàcampo avversaria (facile no?), con una sequenza di turni che ricorda il football americano: la squadra in difesa calcia il pallone nella metàcampo dell'attaccante, questi lo riceve e inizia a giocare, poi si va a turni alternati, fino alla meta o alla fine del tempo.
Si giocano otto turni a testa per ogni tempo, ci sono due tempi nella partita.
Si usano dadi da 6, uno per volta, oltre a dadi speciali per i placcaggi (che sono dei dadi da 6 con le facce marcate diversamente, ma sempre d6 sono). Ogni squadra può avere a disposizione dei reroll counters, che consentono di ripetere un tiro (una volta a turno). Alcuni giocatori possono avere skill che consentono di ripetere certi tiri, o di metterci un bonus, o di compiere azioni stravaganti.
Ma la regola d'oro è sempre: il 6 vince, l'1 perde.
E... Turnover!
I giocatori di BB hanno gli incubi a questa parola: si tratta della semplice regola che vede il proprio turno finire improvvisamente (senza possibilità di muovere altro o fare alcunché) nel momento in cui uno degli stupidi pupazzetti sbaglia un tiro. Turnover!
E' quindi un gioco sì tattico e quasi scacchistico nel piazzamento e nel movimento, ma pure teso sul filo di lana della fortuna, che i pochi dadi che si tirano devono girare bene oppure.... Turnover!
Mettiamoci pure la regola di giocare un turno in quattro minuti... e la tensione sale alle stelle.
Le squadre.
All'inizio erano poche e sceltissime, poi si sono moltiplicate per coprire tutte le razze del Vecchio Mondo (vampiri compresi). Si differenziano per l'assortimento e il profilo dei giocatori, venendo a generare degli indirizzi tattici di preferenza: ci sono squadre leggere e agilissime, che giocano con la palla in maniera odiosa, squadre ben bilanciate, non gracili anche se non brillantemente veloci, altre pesanti e manesche, che si disinteressano della palla preferendo pestare gli avversari...
E gli star Players!
Personaggi che hanno vissuto la storia del Blood Bowl e sono assurti al mito: sono pezzi speciali, costosi professionisti che accettano di tanto in tanto di scendere in campo per compensi da capogiro al fianco dei ragazzetti.
Tutti i trucchi sporchi.
Le armi non si possono usare da regolamento, ma se sono davvero folcloristiche... béh! il pubblico le adora e un arbitro di buon senso non può non chiudere un occhio, almeno per un po'.
Trucchi scorretti, armi illegali, motoseghe, bombe, animali da compagnia (un minotauro è un cucciolo, in fondo...).
Come altri giochi, l'aspetto più caldo rimane il prosecuo della partita: il campionato!
Punti esperienza, nuove skill ma anche ossa rotte e acciacchi persistenti, soldi per comprarsi nuovi giocatori o un coach più esperto, pagare quelle adorabili cheerleaders o magari l'auito di un mago di tanto in tanto... e un buon medico o due, che ne dite?
Insomma, il gioco più economico (15 pezzi?), veloce da imparare e di popolarità che la GW abbia mai prodotto. Chi lo ha provato se ne è innamorato e ha dovuto, compulsivamente, partecipare ad almeno un campionato (e tutte le volte che lo invitano a farne uno nuovo...).